L’Accreditamento per la Qualità ovvero “per aspera ad astra”: una responsabilità, ma anche un’opportunità per la Realtà Ospedaliera Siciliana

Data:
7 Giugno 2004

           A cura del Dott. Salvatore Rotondo
           Consigliere Segretario OMCeOdi Messina
           salvo.rotondo@tin.it

Negli ultimi decenni il Sistema Sanitario Nazionale ha subito numerose evoluzioni che non è poco definire “epocali”; di queste, probabilmente, la più sorprendente è senz’altro il passaggio da sistema orientato verso la solidarietà ad uno orientato verso criteri aziendali.

Il tentativo cioè di gestire con un’ottica manageriale la “cosa sanitaria” (dotata di limitate risorse) con lo scopo di ottenere l’appagamento dei bisogni dei cittadini, attraverso la ricerca costante della Qualità, intesa come il complesso delle proprietà positive del “prodotto/servizio-salute” in grado di soddisfare i bisogni espliciti ed impliciti del fruitore (paziente/utente) unitamente ad irrinunciabili criteri intrinseci di eccellenza (Qualità Assoluta).

La Sanità Siciliana, alla luce delle prossime scadenze di legge si trova non solo a dover rispondere a tutta una serie di interrogativi e di obblighi, ma soprattutto a dovere imparare, in tempi ristrettissimi, a come orientare le proprie scelte strategiche verso la ricerca della Qualità.

Numerosi sono i contributi ed i forum aperti sul dibattito, in particolare su alcuni punti controversi: cos’è la Qualità? E soprattutto esiste una sua definizione univoca e indipendente (considerando i vari punti di vista degli attori interessati: amministratore, operatore sanitario, paziente/utente, etc.)? Come e fino a che punto può aiutarci per la ricerca della Qualità il sistema ISO? Come “gestire” l’accreditamento di una Struttura complessa? Come armonizzare la gestione delle risorse umane in un sistema di Qualità? Come operare, mediante check-list di autovalutazione, l’accreditamento aziendale?

In effetti la figura del medico ospedaliero deve confrontarsi con novità manageriali verso le quali non è preparato e lavora in un ambiente in cui il “clima collettivo” che si respira non è sempre salubre: regole sempre nuove, con problemi connessi alla dirigenza, all’Azienda, ai DRG, ai budget, alle risorse limitate, le improbabili e comunque limitate progressioni di carriera, etc.

Vivere oggi in corsia è diventato sempre più impegnativo e quasi mai stimolante in quanto ci si ritrova troppo spesso a fronteggiare situazioni clinico-organizzative critiche le cui origini derivano da fatti gestionali che quasi sempre stanno molto a monte. Come è possibile intervenire?: deburocratizzando, sfruttando il valore aggiunto delle risorse umane, creando meccanismi comunicativi positivi e premianti, lavorando per processi, attraverso una corretta autonomia gestionale e di responsabilità a geometria piramidale.

Orientati in questa direzione abbiamo voluto creare un approfondimento in tema di qualità, cercando di fornire una risposta ad alcune di queste domande in un contributo pubblicato su questo sito web e consultabile cliccando una delle icone di riferimento.

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Ultimo aggiornamento

7 Giugno 2004, 11:22