Editoriale del Dott. Giuseppe Renzo – Comunicazione indagine Antitrust

Data:
20 Maggio 2009

Editoriale del Dott. Giuseppe Renzo - Comunicazione indagine Antitrust



Comunicazione indagine Antitrust
Considerazioni e notizie che meritano di essere commentate
A cura del Dott. Giuseppe Renzo

La recente pubblicazione della relazione finale dell’indagine conoscitiva realizzata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nei confronti degli Ordini professionali ha riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni il problema del rapporto fra i principi di tutela della libera concorrenza e i compiti e le funzioni da sempre attribuiti agli Ordini professionali stessi.

Dalla lettura della relazione emerge, infatti, il parere sostanzialmente negativo dell’Antitrust in merito alla scarsa propensione degli Ordini professionali (se pure con qualche eccezione) ad accogliere nei Codici Deontologici le innovazioni necessarie per liberalizzare i relativi settori professionali.

Il tema, che occorre discutere ed approfondire, a mio parere, riguarda i rapporti fra la normativa che tutela la libera concorrenza e la normativa, alla base della legislazione ordinistica, che si preoccupa di tutelare i cittadini, con particolare riferimento al nostro specifico campo di professioni sanitarie che, ovviamente, si preoccupano di difendere la pubblica salute.

E’, questo, uno dei punti che sostanzialmente differenziano il “nostro” Ordine e che dovrebbe, a modo di vedere di molti, indurre l’Autorità a variare analisi e giudizi.

E’ mai possibile, non sembra, che le norme di tutela della libera impresa, possano abrogare norme dirette alla difesa della pubblica salute che trovano un preciso fondamento nell’art. 32 della nostra Carta Costituzionale che testualmente prevede: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”?

A questo riguardo, a titolo esemplificativo, si può segnalare il contrasto d’opinioni sul campo della pubblicità sanitaria.

L’Antitrust, sembra, nonostante alcune aperture fatte in sede d’audizione con i Rappresentanti della Federazione, audizioni a cui ho preso parte quale esponente Odontoiatra, continuare a ritenere accettabile soltanto un controllo ex post da parte degli Ordini dei messaggi pubblicitari proposti dagli iscritti.

Come non replicare che, un controllo successivo del messaggio pubblicitario non potrebbe mai impedire danni già verificati a discapito dei cittadini ingannati dalla scorrettezza eventuale del messaggio stesso.

In sostanza il cittadino, vero anello debole della catena, non avrebbe alcun tipo di tutela nei confronti d’informazioni pubblicitarie ingannevoli che, a causa della nota asimmetria informativa in campo sanitario, non potrebbe, certamente, valutare e comprendere.

Il Garante, nella relazione auspica, addirittura, ulteriori interventi del legislatore allo scopo di rafforzare i contenuti della legge 248/2006 prevedendo:

  • L’abolizione delle tariffe minime o fisse;
  • L’abrogazione del potere di verifica della trasparenza e veridicità della pubblicità esercitabile dagli Ordini;
  • L’istituzione di lauree abilitanti;
  • Lo svolgimento del tirocinio durante il corso di studio;
  • La presenza di soggetti “terzi” negli organi di governo degli Ordini.

    Il tema dell’ istituzione di lauree abilitanti e dello svolgimento del tirocinio, durante i corsi di studio, può rappresentare un obiettivo condivisibile, mentre assolutamente pericolosi sembrano gli ulteriori interventi proposti dall’Antitrust.

    È utile porre l’accento, ancorché in contrasto con un’idea allettante, ma, molto demagogica, l’assoluta inaccettabilità di prevedere la presenza di soggetti terzi negli Organi di governo degli Ordini. Si tratterebbe di un modo surrettizio di eliminare gli Ordini professionali stessi, che storicamente garantiscono il corretto svolgimento delle professioni intellettuali contribuendo a promuovere l’aggiornamento e garantendo la qualità dell’atto professionale, come elemento di garanzia per i cittadini.

    In linea di principio, mi sembrerebbe, invece, più utile fornire l’Ordine di strumenti e regole aggiornate e legarli ad obblighi stringenti.

    Non permetteremo mai, senza combattere, di trasformare gli Ordini in “baracconi burocratici” in mano ai politici di turno che li userebbero a scopi clientelari e settoriali.

    A questo proposito, non si capisce come la stessa Autorità abbia espresso parere sfavorevole alla recente proposta di riforma dell’esame d’ abilitazione in odontoiatria su cui era stato raggiunto un accordo pieno fra MIUR, Ministero della Salute e Ordine professionale.

    Sarebbe questo il modo di tutelare l’aggiornamento e garantire la qualità dell’atto professionale?

    Per quanto riguarda il tema dell’abolizione delle tariffe minime, l’Antitrust sembra dimenticare una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea che per quanto concerne le tariffe degli avvocati ha testualmente stabilito che gli att. 10CE, e 82CE non ostano all’adozione, da parte di uno Stato membro, di un provvedimento normativo che approvi, sulla base di un progetto elaborato da un ordine professionale forense quali il Consiglio nazionale forense, una tariffa che fissi un limite minimo per gli onorari degli avvocati e a cui, in linea di principio, non sia possibile derogare né per le prestazioni riservate agli avvocati né per quelle, come le prestazioni di servizi stragiudiziali, che non possono essere svolte anche da qualsiasi altro operatore economico non vincolato da tale tariffa.

    Questa sentenza è, ovviamente, oggetto di differenti interpretazioni, ma sembra difficile negare la competenza in materia del Consiglio Nazionale Forense quando ritiene che la Corte Europea abbia smentito il Governo italiano confermando la legittimità dei minimi tariffari.

    In sostanza i recenti provvedimenti legislativi si baserebbero sull’indimostrato assunto che l’eliminazione dei tariffari minimi fosse imposta dal diritto comunitario e si traducesse invariabilmente in un vantaggio per il cittadino.

    In conclusione emergono ampi spazi di difesa delle professioni intellettuali nei confronti delle aprioristiche impostazioni culturali dell’Antitrust.

    La FNOMCeO, ed in particolare la componente odontoiatrica, saprà svolgere con la necessaria energia i proprio compito di difesa dei principi deontologici della professione. È il momento di dimostrare nei fatti la volontà di difendere in modo armonico e contestuale la salute dei cittadini ed i principi deontologici alla base della professione medica e odontoiatrica.

    Ulteriori approfondimenti

    Ulteriori approfondimenti sono disponibili all’interno del “Giornale da sfogliare” online delle Commissioni Albo Odontoiatri www.dentisticao.it

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    Ultimo aggiornamento

    20 Maggio 2009, 13:43