CONVEGNO DEL MEDITERRANEO – intervista al Presidente Giacomo Caudo: “favorire il confronto per tutelare la salute di tutti”

Data:
20 Maggio 2011

CONVEGNO DEL MEDITERRANEO - intervista al Presidente Giacomo Caudo: "favorire il confronto per tutelare la salute di tutti"



CONVEGNO DEL MEDITERRANEO – Salute e Migranti. Un approccio all’integrazione ed alla cooperazione sanitaria
Intervista dell’ufficio stampa FNOMCeO a Giacomo Caudo, Presidente dell’Ordine

Nella giornata odierna alle ore 11,30 presso la sede della FNOMCeO (Roma, piazza Cola Di Rienzo 80 A), ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione del Convegno “Salute e Migranti. Un approccio all’integrazione e alla cooperazione sanitaria”, in programma il 17 e 18 giugno 2011 presso l’Hotel Hilton di Giardini Naxos (ME), che vedrà affluire medici e rappresentanti politici di tutto il mondo arabo mediterraneo, dal Marocco al Libano.

I nostri lettori possono seguire tutti gli aggiornamenti e le news in merito all’evento sul sito dedicato, www.convegnosalutemigranti.it

Proprio al “padrone di casa” di questo prestigioso Convegno, il Presidente OMCeO di Messina Giacomo Caudo, l’Ufficio Stampa della FNOMCeO ha voluto porre alcune domande. Dalla situazione contingente in Sicilia, al futuro dei migranti “dirottati” sulle altre regioni, dalle patologie rilevate nei centri di accoglienza, alla necessità di implementare il dialogo e la cooperazione internazionale, ecco cosa ha risposto il nostro Presidente.

Dottor Caudo, la Sicilia è, per tradizione, terra di cultura e di accoglienza di popolazioni diverse. Come ha affrontato, dal punto di vista organizzativo e sanitario, gli arrivi inaspettati degli ultimi mesi?

Gli arrivi a Lampedusa, che, nell’arco di quattro mesi, hanno toccato la quota di 30mila unità, hanno rappresentato un evento sicuramente eccezionale ed inaspettato, che ha indubbiamente messo a dura prova la capacità organizzativa del sistema di accoglienza.
La complessità della situazione è stata affrontata da attori eterogenei (istituzioni governative, regionali e locali, associazioni umanitarie,aziende sanitarie) che a Lampedusa hanno dovuto trovare un protocollo comune di azione, che se inizialmente ha mostrato qualche difficoltà, entrato a regime, è riuscito a gestire con sempre maggiore efficacia l’emergenza.

Si può dire, tra i migranti approdati in Sicilia, quanti siano i rifugiati politici e quanti i richiedenti asilo?

Sappiano, da fonti UNHCR, che i rifugiati politici ammontano a circa 5000 unità, Quello che è importante sottolineare, tuttavia, è che la composizione di migranti, approdati a Lampedusa non è composta solo da maghrebini, una piccola percentuale, ma soprattutto da migranti che provengono dall’Africa sub-sahariana. Le recenti vicende politiche hanno lasciato aperti e incontrollati i varchi, consentendo ad un numero maggiore di migranti di abbandonare la costa africana. Oggi più di prima, l’obbligo dell’accoglienza, nel rispetto della Carta dei Diritti europea e delle Risoluzioni dell’OMS, rimane un obbligo morale e umano.

Quali sono state le patologie più frequentemente rilevate in questo contesto?Sfatiamo un dubbio: c’è qualche pericolo, dal punto di vista sanitario, per la popolazione locale?

Se la cospicua presenza di migranti e la difficoltà di contenimento dei centri di accoglienza ha generato l’allarme di possibili epidemie, tuttavia la situazione non è mai diventata grave. Anzi, il presidio sanitario dell’isola ha affrontato con sicurezza le necessità sanitarie.
Lo stesso stato di salute dei migranti, ovviamente affaticati e denutriti, non ha presentato mai particolarità di tipo sanitario. Il caso più grave è stato quello di una polmonite. Ben diversa, invece, la condizione psicologica dei migranti, soprattutto delle donne e dei minori,ma anche in questo caso l’intervento del personale del coordinamento regionale dell’Assessorato della Salute e quello specializzato delle organizzazioni umanitarie, con i propri mediatori culturali e psicologi, ha svolto egregiamente il proprio compito
Nel Centro accoglienza di Lampedusa restano, ad oggi, solo 272 migranti, di cui 130 minori. Gli altri sono stati in parte dirottati verso altre Regioni d’Italia. E ora? Quale sarà il loro destino?
Sono davanti agli occhi di tutti le fughe dal Centro di accoglienza di Manduria. Il Sistema Sanitario Nazionale ha svolto il suo compito che è stato quello di garantire ai migranti il diritto all’assistenza, ma superato questo primo momento il problema diventa quello del riconoscimento come rifugiati o stranieri temporanei, e la parola passa ad altre istituzioni. In questo arco di tempo, la maggior parte di migranti ridiventa “anonima”. Se quattromila sono i migranti approdati a Lampedusa, poco meno saranno quelli di cui si perdono le tracce.
La situazione creatasi a Lampedusa ha, comunque, messo in evidenza l’urgenza di aprire un dialogo con l’area mediterranea, che, prima di tutto, costruisca una fattiva cooperazione e collaborazione tra le istituzioni sanitarie. È con questo scopo che l’OMCeO di Messina ha deciso di organizzare il Convegno su “Salute e Migranti”, che si terrà a Giardini Naxos il prossimo 17 e 18 giugno. Le nostre informazioni sul mondo dei migranti sono fortemente incomplete, per cui è assolutamente importante non solo migliorare la nostra conoscenza e informazioni, ma favorire il confronto per garantire quei processi di tutela della salute che, in ultimo, non interessano solo i migranti, ma tutti gli abitanti dell’area mediterranea.

Ultimo aggiornamento

20 Maggio 2011, 12:22